| l' a. interviene brevemente nel dibattito su "marxismo e questione
criminale" mettendo in evidenza i limiti della impostazione che, per
la comprensione del complesso fenomeno della devianza, intende
rifarsi tout court alla teoria marxista. in primo luogo si osserva
che nei testi di marx il tema della criminologia e' scarsamente
sviluppato, in seguito l' a. critica quella tesi che nella
prospettiva di fondare una "teoria materialistica della devianza",
riduce i fenomeni della devianza e della repressione ad "aspetti
specifici della formazione socio-economica del capitalismo avanzato".
viene al contrario sottolineata l' esigenza di uno studio dei
fenomeni di devianza che sia riferito ai paesi con diverse forme di
organizzazione politica, e in cui si privilegi l' esame dei profili
storici e di diritto comparato. cosi' facendo si potra', da una
parte, individuare alcune costanti storiche, dall' altra evitare di
cadere nell' errore di ritenere che il problema della devianza verra'
senz' altro meno con la scomparsa del sistema di produzione
capitalistico.
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