| l' a. affronta la poco nota questione attinente alla posizione del
soggetto che compie atti idonei e non equivoci diretti a realizzare
un delitto in concorso con altre persone e tuttavia non esecutivi,
riguardando il problema con riferimento agli aspetti della desistenza
volontaria e del recesso attivo. ad avviso dello studioso il fenomeno
della compartecipazione criminosa va analizzato alla luce della
teoria dell' accessorieta' che consente di spiegare in termini logici
la punibilita' del concorrente non esecutore, punibilita' che si
verifica nelle ipotesi in cui la condotta di quest' ultimo accede
causalmente a quella dell' esecutore materiale, costituendone un
antecedente eziologico. dopo avere introdotto nel discorso la
possibilita' della desistenza volontaria e del recesso attivo posti
in essere da parte del compartecipe non esecutore, ed avere messo in
rilievo come l' azione di costui realizzi un evento immediato
(costituito dall' inizio dell' esecuzione del reato da parte del
compartecipe esecutore) ed un evento mediato (costituito dall' evento
vero e proprio del reato-fine), l' a. si addentra in una sottile ed
esauriente casistica. premessa poi una analisi sulla struttura del
reato in generale (dove analizza la distinzione tra i vari tipi di
reato e dove esattamente osserva che anche nei reati di azione e di
evento si puo' parlare di tentativo qualora l' azione non si compia,
poiche' in questi reati si ha tentativo sia col mancato compimento
dell' azione che con la non verificazione dell' evento, mentre nei
reati di sola azione, invece, e' possibile unicamente il tentativo
per mancato compimento dell'azione), l' a. passa ad esaminare l'
importanza della posizione particolare del compartecipe non
esecutore; e a questo proposito rileva la difficolta' della indagine
volta a ricercare la realizzazione del fatto di reato. alla
conclusione dello scritto viene svolta una disamina delle posizioni
giurisprudenziali le quali, ad avviso dell' a., non hanno seguito gli
sviluppi dottrinari e mostrano, tra l' altro, una certa confusione di
concetti; solo recentemente le ultime decisioni della cassazione
manifestano un approfondimento di alcuni aspetti.
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