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Documento


124083
IDG780900566
78.09.00566 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
carpeggiani gianluigi
"desistenza volontaria" e "recesso attivo" del concorrente non esecutore
Riv. pen., an. 103 (1977), fasc. 4, pag. 361-366
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
d50110; d5013
l' a. affronta la poco nota questione attinente alla posizione del soggetto che compie atti idonei e non equivoci diretti a realizzare un delitto in concorso con altre persone e tuttavia non esecutivi, riguardando il problema con riferimento agli aspetti della desistenza volontaria e del recesso attivo. ad avviso dello studioso il fenomeno della compartecipazione criminosa va analizzato alla luce della teoria dell' accessorieta' che consente di spiegare in termini logici la punibilita' del concorrente non esecutore, punibilita' che si verifica nelle ipotesi in cui la condotta di quest' ultimo accede causalmente a quella dell' esecutore materiale, costituendone un antecedente eziologico. dopo avere introdotto nel discorso la possibilita' della desistenza volontaria e del recesso attivo posti in essere da parte del compartecipe non esecutore, ed avere messo in rilievo come l' azione di costui realizzi un evento immediato (costituito dall' inizio dell' esecuzione del reato da parte del compartecipe esecutore) ed un evento mediato (costituito dall' evento vero e proprio del reato-fine), l' a. si addentra in una sottile ed esauriente casistica. premessa poi una analisi sulla struttura del reato in generale (dove analizza la distinzione tra i vari tipi di reato e dove esattamente osserva che anche nei reati di azione e di evento si puo' parlare di tentativo qualora l' azione non si compia, poiche' in questi reati si ha tentativo sia col mancato compimento dell' azione che con la non verificazione dell' evento, mentre nei reati di sola azione, invece, e' possibile unicamente il tentativo per mancato compimento dell'azione), l' a. passa ad esaminare l' importanza della posizione particolare del compartecipe non esecutore; e a questo proposito rileva la difficolta' della indagine volta a ricercare la realizzazione del fatto di reato. alla conclusione dello scritto viene svolta una disamina delle posizioni giurisprudenziali le quali, ad avviso dell' a., non hanno seguito gli sviluppi dottrinari e mostrano, tra l' altro, una certa confusione di concetti; solo recentemente le ultime decisioni della cassazione manifestano un approfondimento di alcuni aspetti.
art. 56 c.p. art. 110 c.p. art. 115 c.p.
Ist. dir. penale - Univ. TO



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