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| IDG780900574 | |
| 78.09.00574 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| padovani tullio
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| nota a cass. sez. ii pen. 14 maggio 1976
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| Giur. it., an. 130 (1978), fasc. 4, pt. 2, pag. 159-162
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d50124; d50230
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| l' a. commenta favorevolmente una sentenza di legittimita' nella
quale si afferma che il giudizio di comparazione fra circostanze
aggravanti ed attenuanti e' unico, implicando una valutazione
integrale della personalita' dell' agente e dell' entita' complessiva
del fatto. non deve, quindi, essere fatta una separata comparazione
dell' aggravante della recidiva con le attenuanti e di eventuali
altre aggravanti con le aggravanti stesse; ma con un unico giudizio
di comparazione, deve essere stabilito se le varie aggravanti, tra
cui la recidiva, debbono essere ritenute equivalenti alle attenuanti
o su queste prevalenti, o viceversa. l' a., dopo avere ricordato che
si tratta di un orientamento costante del supremo collegio, osserva
come tale interpretazione acquisti, dopo la riforma dell' art. 69
codice penale, un significato particolare, in quanto il giudizio di
equivalenza o di prevalenza e' stato esteso anche alle circostanze
inerenti alla persona del colpevole, oltre che a quelle per cui la
legge stabilisca una pena di specie diversa o determinata in maniera
autonoma.
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| art. 69 c.p.
art. 99 c.p.
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| Ist. dir. penale - Univ. TO
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