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125241
IDG780401251
78.04.01251 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
ilting karl heinz
hegels begriff des staates und die kritik des jungen marx
con traduzione italiana a cura di gianstefano villa: il concetto hegeliano dello stato e la critica del giovane marx
Riv. filos., vol. 68, (1977), fasc. 1-3, pag. 116-145
f420
scopo del saggio e' di chiarire fino a che punto le critiche rivolte dal giovane marx alla concezione hegeliana dello stato siano legittime. poiche' hegel parla dello stato come dell' idea etica, l' a. analizza il modo come dal concetto di idea, nella filosofia politica, il filosofo tedesco giunge alla identificazione del carattere repubblicano dello stato. se per hegel il diritto dello stato e' la cosa piu' alta per l' individuo, cio' non significa subordinazione degli individui all' interesse dello stato, bensi' il diritto dei cittadini a partecipare alle decisioni politiche dello stato. la liberta' dello stato moderno, ispirata alla democrazia attica e alla repubblica romana, deve essere realizzata come diritto all' autodeterminazione da parte dei cittadini. hegel sottolinea anche il fatto che gli ambiti della vita privata (famiglia e societa' civile) sono gia' compenetrati dalle istituzioni e dalle leggi della vita pubblica ed accolgono l' universalita' in se'. secondo l' a., hegel, al pari di rousseau, respinge la concezione liberalistica dello stato, ma alla teoria dello stato democratico del filosofo francese hegel oppone la sua dottrina dello stato repubblicano. in realta', sottolinea l' a., si tratta, nel caso di hegel, di una dottrina alla cui base vi e' il principio monarchico che hegel difende e giustifica. la critica di marx e' tesa soprattutto a convalidare la critica di feuerbach al testo della filosofia del diritto ignorando pressoche' sistematicamente le idee e intenzioni di hegel. cio' che sfugge a marx, sostiene l' a., e' che hegel pone anzitutto i diritti civili a fondamento di tutti i doveri nello stato; che per hegel nello stato i doveri devono corrispondere esattamente ai diritti. che marx si limiti soprattutto alle risonanze metafisiche del linguaggio hegeliano e' dimostrabile nel caso in cui marx sostiene che la tesi del produttore come prodotto del suo stesso prodotto, e' concepita da hegel come derivazione del concetto di attivita' individuali, da cui segue lo stato, come risultato dell' attivita' di un' idea astratta. per questa e analoghe interpretazioni di hegel marx lo taccia d' essere esponente del misticismo logico e panteistico. e' proprio in virtu' di una serie di equivoci, sostiene l' a., che marx giunge a considerare la sezione della filosofia del diritto che si occupa principalmente della determinazione dei poteri dello stato come una parte della logica. dopo aver mostrato numerosi altri esempi sui quali il giudizio espresso da marx nei confronti dell' opera hegeliana non sempre e' sottoscrivibile, l' a. conclude affermando che la storia della filosofia politica, da hegel in avanti, si profila come un restringimento dell' orizzonte di problemi, compensato tuttavia da analisi metodiche e dall' accrescimento delle conoscenze empiriche. una seria rimeditazione dei fondamenti della filosofia politica non puo' non riattualizzare la problematica hegeliana.
Ist. filosofia del diritto - Univ. FI PV ROMA



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