| scopo del saggio e' di chiarire fino a che punto le critiche rivolte
dal giovane marx alla concezione hegeliana dello stato siano
legittime. poiche' hegel parla dello stato come dell' idea etica, l'
a. analizza il modo come dal concetto di idea, nella filosofia
politica, il filosofo tedesco giunge alla identificazione del
carattere repubblicano dello stato. se per hegel il diritto dello
stato e' la cosa piu' alta per l' individuo, cio' non significa
subordinazione degli individui all' interesse dello stato, bensi' il
diritto dei cittadini a partecipare alle decisioni politiche dello
stato. la liberta' dello stato moderno, ispirata alla democrazia
attica e alla repubblica romana, deve essere realizzata come diritto
all' autodeterminazione da parte dei cittadini. hegel sottolinea
anche il fatto che gli ambiti della vita privata (famiglia e societa'
civile) sono gia' compenetrati dalle istituzioni e dalle leggi della
vita pubblica ed accolgono l' universalita' in se'. secondo l' a.,
hegel, al pari di rousseau, respinge la concezione liberalistica
dello stato, ma alla teoria dello stato democratico del filosofo
francese hegel oppone la sua dottrina dello stato repubblicano. in
realta', sottolinea l' a., si tratta, nel caso di hegel, di una
dottrina alla cui base vi e' il principio monarchico che hegel
difende e giustifica. la critica di marx e' tesa soprattutto a
convalidare la critica di feuerbach al testo della filosofia del
diritto ignorando pressoche' sistematicamente le idee e intenzioni di
hegel. cio' che sfugge a marx, sostiene l' a., e' che hegel pone
anzitutto i diritti civili a fondamento di tutti i doveri nello
stato; che per hegel nello stato i doveri devono corrispondere
esattamente ai diritti. che marx si limiti soprattutto alle risonanze
metafisiche del linguaggio hegeliano e' dimostrabile nel caso in cui
marx sostiene che la tesi del produttore come prodotto del suo stesso
prodotto, e' concepita da hegel come derivazione del concetto di
attivita' individuali, da cui segue lo stato, come risultato dell'
attivita' di un' idea astratta. per questa e analoghe interpretazioni
di hegel marx lo taccia d' essere esponente del misticismo logico e
panteistico. e' proprio in virtu' di una serie di equivoci, sostiene
l' a., che marx giunge a considerare la sezione della filosofia del
diritto che si occupa principalmente della determinazione dei poteri
dello stato come una parte della logica. dopo aver mostrato numerosi
altri esempi sui quali il giudizio espresso da marx nei confronti
dell' opera hegeliana non sempre e' sottoscrivibile, l' a. conclude
affermando che la storia della filosofia politica, da hegel in
avanti, si profila come un restringimento dell' orizzonte di
problemi, compensato tuttavia da analisi metodiche e dall'
accrescimento delle conoscenze empiriche. una seria rimeditazione dei
fondamenti della filosofia politica non puo' non riattualizzare la
problematica hegeliana.
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