| l' a. affronta i problemi posti dallo sviluppo delle tendenze
autoritarie a livello statuale per cogliere i nessi tra stato,
processo autoritario, politica dell' ordine pubblico, vista, quest'
ultima, come risposta di classe alla crisi dello stato
tardo-capitalistico. si rileva come la posizione della classe operaia
sui temi dell' ordine pubblico fosse negli anni '50 ben diversa da
quella attuale: oggi, infatti, i partiti della sinistra riconoscono
come "proprio" lo stato esistente e tendono a risolvere tutte le
tensioni della societa' civile dentro lo stato. cio' non va inteso,
pero', come avvicinamento tra stato e societa' civile poiche'
esistono nel paese ampi settori di opposizioni extra-costituzionale.
si e' in presenza di una trasformazione dello stato nel senso di una
realta' etica esprimente tutto il ventaglio di ideologia e di valori
"consentiti". in tale quadro il discorso garantista muta
completamente i propri connotati: esso diviene forma di resistenza
alla estensione dello stato autoritario che sacrifica le garanzie di
liberta' dei cittadini. dopo aver criticato la tesi politica che
nella riflessione sulla fase di transizione trascura l' aspetto delle
sfere di liberta' del soggetto, l' a. ribadisce l' importanza di una
profonda considerazione degli aspetti della organizzazione dello
stato, anche per la rilevanza che essi assumono rispetto ai processi
di accumulazione capitalistica.
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