| l' a. rileva che l' occupazione femminile in italia, nel terziario
come nell' industria, tende, nonostante la crisi economica, ad una
tenuta complessiva in quella fascia di eta' (dai 30 ai 39 anni) che
vede in quasi tutti i paesi europei una uscita massiccia delle donne
dalla produzione, per rientrare poi eventualmente oltre i 40 anni,
piu' spesso a part-time. l' a. esamina poi come si pone il problema
dell' occupazione femminile nel contesto della legge per l'
avviamento al lavoro dei giovani, e sottolinea il rischio che il
part-time introdotto dalla normativa possa servire non tanto ai fini
di sviluppo occupazionale (specie femminile), ma di recupero di una
'flessibilita'' difficilmente controllabile del mercato del lavoro.
l' a. si sofferma inoltre sul pericolo che il part-time, se sganciato
dalla contrattazione collettiva, possa tradursi di fatto in una forma
di lavoro nero, e ritiene comunque che un tale tipo di rapporto di
lavoro non sia una soluzione ai problemi di "qualita' della vita"
sempre piu' sentiti dalle masse femminili.
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