| 126027 | |
| IDG790600116 | |
| 79.06.00116 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| redazione
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| cass. sez. i civ. 3 maggio 1978, n. 2050
| |
| Foro it., an. 103 (1978), fasc. 12, pt. 1, pag. 2793
| |
| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
| |
| d31410
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| l' a. annota la sentenza con la quale la corte di cassazione modifica
il proprio orientamento in tema di ripetibilita' da parte del
trattario nei confronti del portatore di buona fede dell' assegno
bancario. mentre infatti secondo il precedente indirizzo la
"ripetizione" era ammessa solo nell' ipotesi in cui non potesse
imputarsi negligenza alcuna al traente ora la cassazione afferma che:
"la banca trattaria che ha pagato al presentatore un assegno bancario
con firma di traenza rivelatasi apocrifa puo' ripetere la somma dall'
accipiens secondo la disciplina dell' indebito oggettivo, ancorche'
l' accipiens fosse in buona fede (rilevando la buona fede unicamente
ai fini della decorrenza degli interessi sulla somma da restituire),
e indipendentemente dalla negligenza del traente o della stessa banca
trattaria.
| |
| cass. sez. i civ. 3 maggio 1978, n. 2050
art. 2033 c.c.
| |
| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
| |