| l' a. affronta il tema della liberta' e di quale sia l'
interpretazione di essa che si afferma nel nostro tempo. l' a.
sostiene che l' interpretazione oggi dominante e' quella che, secondo
l' espressione di sartre, e' omogenea all' immagine dell' uomo che
vuole essere figlio solo a se stesso. l' a. ripercorre i contributi
di pensiero che hanno dato vita a questo modello antropologico e
analizza le posizioni di marx, nietzsche, freud. per marx l' uomo si
libera nella storia, nella prassi collettiva, nella politica. e',
questa, una visione negatoria di ogni altra visione della liberta' e
deve imporsi con violenza cosi' come per nietzsche, per il quale,
pure, la liberta' si realizza nell' agire politico, non intesa,
pero', come liberta' nell' uguaglianza, ma liberta' dell' individuo
singolo, nell' essere-piu'-forte al di la' del bene e del male. per
freud la liberta' e' disponibilita' del proprio inizio e produce se
stessa nella prassi. ma nella societa' la liberta' non puo' che
incontrare limiti, non puo' piu' crearsi, e da cio' derivano
situazioni patologiche e si scatenano aggressivita'. il sociale
percio' appare come un elemento psicologicamente patogeno. queste
posizioni danno un senso strumentale alla propria esistenza e l' a.
afferma che il cammino verso una liberazione autentica puo' essere
ripreso dall' uomo se recuperera' il senso esistenziale della morte
che solo puo' dare la possibilita' di avvertire il dovere di dare un
senso esistenziale alla propria vita.
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