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128743
IDG790900431
79.09.00431 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
d' ascola vincenzo
il dolo del tentativo: considerazioni sul rapporto tra fattispecie oggettiva e fattispecie soggettiva
nota a cass. sez. i pen. 21 novembre 1977
Riv. it. dir. proc. pen., an. 22 (1979), fasc. 2, pag. 682-692
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
d50102; d5011
il tentativo costituisce fattispecie caratterizzata si' dal richiamo a norma di parte speciale fornente l' oggetto giuridico della tutela penale, ma autonoma sul piano ontologico e sanzionatorio, formata da elementi contenuti in entrambe le norme e finalizzata ad integrare le ipotesi delittuose di parte speciale. dalla sintesi ne emerge la tipicita'. la correlazione con l' art. 49 codice penale individua nell' univocita' il requisito che con la idoneita' ne segna il limite di punibilita'. poiche' il delitto tentato e' caratterizzato solo avendosi riguardo agli elementi tipicizzati nella norma di parte generale, l' idoneita' e l' univocita' sono elementi del fatto di reato e come tali devono essere necessariamente investiti dal dolo e quindi oggetto di rappresentazione in quanto facenti parte della fattispecie oggettiva. se l' idoneita' non e' incompatibile col dolo eventuale, altrettanto non puo' dirsi dell' univocita'. per configurarsi il tentativo, l' agente dovra' essersi rappresentato i propri atti come diretti in maniera certa ed indubbia alla realizzazione del fatto di parte speciale: tale previsione esclude proprio la rappresentazione di piu' risultati quali possibili conseguenze della condotta e quindi la compatibilita' del dolo eventuale col tentativo.
art. 43 c.p. art. 49 c.p. art. 56 c.p.
Ist. dir. penale - Univ. TO



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