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| IDG790900432 | |
| 79.09.00432 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| marzaduri enrico
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| tutela della liberta' personale e divieto di scarcerazione dopo
condanna non irrevocabile a pena detentiva
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| nota a cass. sez. i pen. 24 febbraio 1978
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| Riv. it. dir. proc. pen., an. 22 (1979), fasc. 2, pag. 693-713
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d611; d6226
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| il divieto di scarcerare l' imputato condannato alla carcerazione non
in via definitiva, va interpretato piuttosto che letteralmente, in
base al precetto costituzionale. nonostante vari temperamenti
giurisprudenziali, solo dal 1972 la cassazione ha posto come
presupposto insostituibile per l' applicazione del divieto di
scarcerazione la legittimita' della custodia preventiva in atto. non
cosi' per la vertenza annotata, che configura la sentenza di condanna
non definitiva come titolo autonomo di custodia preventiva. e attua
cosi' una sosta di presunzione assoluta "un indem portem" a carico
dell' imputato, sottoposto illegittimamente a custodia preventiva. le
prevalenze dell' interesse pubblico sulla liberta' dei singoli
ingiustifica solo a seguito del suo accertato manifestarsi. del resto
l' equiparazione delle sentenze non definitive di condanna al mandato
di cattura obbligatorio fa partecipare quelle dei dubbi di
costituzionalita' relativi a questo. vale in conclusione il
principio: "l' art. 275 comma 1 codice procedura penale stabilisce il
divieto di scarcerazione del solo imputato legittimamente detenuto".
tale articolo incide sulle modalita' per il compito dei termini
massimi di carcerazione preventiva. l' illegittimita' dello stato
detentivo puo' essere sanata solo con l' emissione, se possibile, di
un nuovo valido titolo restrittivo.
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| art. 13 cost.
art. 235 c.p.p.
art. 236 c.p.p.
art. 246 c.p.p.
art. 275 c.p.p.
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| Ist. dir. penale - Univ. TO
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