| l' a., in apertura di intervento, sottolinea come il terrorismo
-quello nuovo, di sinistra ma anche quello passato, di destra-
appunti la propria 'critica delle armi' contro la concezione del
rapporto fra movimento operaio, lotta di classe e quadro
istituzionale di una democrazia borghese, aperta, del tipo di quella
che si e' venuta a realizzare sulla base della carta costituzionale e
dei processi politici succedutisi nel trentennio repubblicano. nel
prosieguo viene esaminato il fenomeno terroristico in rapporto ad
altre forme di violenza diffusa, espressione questa di un'
opposizione sociale che tende a prospettive extra ed anti
istituzionali. in cio' viene colta la differenza tra queste
illegalita' e quelle esercitate dal movimento operaio nella storia
del nostro paese, dal momento che le ultime si muovevano
oggettivamente in una prospettiva non di contrapposizione alle
istituzioni, ma di allargamento della democrazia istituzionale, di
rifondazione di una nuova legalita', verso una dislocazione del
potere diversa dal passato. in chiusura e' affrontato il tema delle
risposte istituzionali al terrorismo (cosi' come si sono venute
articolando negli ultimi anni) in rapporto al rischio di cedimenti
del quadro delle garanzie di liberta' individuali e collettive
(rischio questo, ad avviso dell' a., sinora scongiurato).
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