| l' a. ritiene che, con la legislazione degli ultimi 4 anni, si sia
chiuso un processo di riformismo giuridico -ispirato all' esigenza di
adeguare il sistema penale ai principi della costituzione- e se ne
sia aperto un altro di segno contrario -autoritario-. di questa
inversione di tendenza il terrorismo e' considerato, piu' che una
causa, un' occasione che l' attuale sistema politico non s' e'
lasciata sfuggire per operare modifiche preoccupanti non tanto per la
disciplina esplicita quanto per il segnale che esse lanciano agli
organi repressivi in termini di liberta' di azione, di svincolo da
precisi limiti dal loro operato. non solo, ma le nuove disposizioni
tendono a costituirsi a sottosistema composto di istituti paralleli a
quelli ordinari (ad esempio, carceri speciali, processi speciali,
incarichi speciali a fini antiterroristici). rilevato come tra
movimenti illegali di massa e lotta armata non esista continuita' ma
piuttosto alternanza, o addirittura opposizione, l' a. conclude il
proprio intervento proponendo, come linea di ricerca, l' analisi e la
verifica della "nuova legalita'" prodotta dalle lotte sociali, intesa
questa come capacita' di creazione di meccanismi autonomi di
regolamentazione vincolanti per tutti i consociati.
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