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| IDG790900465 | |
| 79.09.00465 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| maestri angelo massimo
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| aspetti obiettivi e subiettivi della distrazione nel delitto di
peculato
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| nota a app. bari 18 gennaio 1978
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| Giur. it., an. 131 (1979), fasc. 3, pt. 2, pag. 133-138
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d51110
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| l' a. concorda con quella parte della dottrina che da' una
interpretazione oggettiva alla distrazione nel delitto di peculato.
infatti, la norma recita "a profitto proprio o di altri: e non gia'
"al fine di trarre profitto": espressione, quest' ultima usualmente
impiegata nelle ipotesi di dolo specifico. percio' l' art. 314 del
codice penale non puo' comprendere anche quelle ipotesi in cui manchi
la finalita' di trarre un profitto soggettivo. l' a. concorda,
inoltre, con la sentenza annotata in quanto sostiene che se il
pubblico ufficiale e' caduto in errore relativamente alla
destinazione della cosa, ritenendo che quella destinazione fosse
autorizzata da leggi o regolamenti, e' evidente il suo comportamento
di buona fede e la conseguente esclusione, nel caso specifico, della
figura del dolo nel delitto di peculato. l' esclusione del dolo non
comporta anche l' esclusione dell' errore che e' (come sostenuto
anche nella sentenza) rilevante.
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| art. 47 comma 2 c.p.
art. 314 c.p.
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| Ist. dir. penale - Univ. TO
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