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Documento


129097
IDG790601513
79.06.01513 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
niutta carlo
la prelazione "urbana"
Vita not., an. 31 (1979), fasc. 1-3, pt. 2, pag. 393-400
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
d30640
l' a. rileva che la legge n. 392 del 1978, detta dell' equo canone, ripropone nel campo degli immobili urbani adibiti ad uso diverso da quello di abitazione l' istituto della prelazione, che gia' ha trovato applicazione per i fondi rustici, e che pertanto sia da ritenere legittimo il confronto fra la normativa sulla prelazione urbana e quella rustica in quanto la "ratio" delle due normative appare sostanzialmente analoga: in tutte e due intento del legislatore e' di assicurare una maggiore stabilita' del lavoro attraverso la possibilita' data al lavoratore (ieri soltanto coltivatore diretto, oggi anche artigiano o commerciante) di divenire, a preferenza di altri, proprietario dell' immobile che e' strumento o sede della sua attivita'. l' a. esamina poi la normativa che disciplina la prelazione urbana ed in particolare si sofferma sulla formulazione dell' art. 38 della legge dell' equo canone cercando di determinare i limiti soggettivi ed oggettivi della legittimazione attiva all' esercizio del diritto di prelazione, in quanto la norma in questione nella sua formulazione suscita qualche perplessita'; si sofferma pure sull' iter procedurale per conseguire il diritto in questione e sugli ulteriori limiti al suo ambito di applicazione posti col rinvio dall' art. 41 all' art. 35 della citata legge.
art. 38 l. 27 luglio 1978, n. 392
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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