| dopo aver ricordato che il 1978 e' stato un anno funestato dal
terrorismo, l' a. rileva che, nonostante l' impegno dello stato in
tema di legislazione preventiva e repressiva della criminalita' e
nonostante il grosso lavoro delle forze dell' ordine, i dati
statistici dimostrano che la delinquenza piu' temibile continua a
imperversare. l' a., sottolineata l' opportunita' di un aumento,
almeno temporaneo, dei termini massimi della custodia preventiva per
i reati piu' gravi, si sofferma su alcuni crimini di sempre piu'
rilevante attualita'. per quanto concerne quelli attinenti alla
droga, l' a. considera necessaria una parziale revisione della
legislazione in materia con un inasprimento severo delle pene per gli
spacciatori e i mediatori; mentre per quanto riguarda il problema
degli infortuni sul lavoro, l' a. indica nel lavoro nero dei minori
una delle cause piu' rilevanti del verificarsi di tali incidenti. l'
a. riflette poi su reati commessi dai cosiddetti "colletti bianchi" e
rileva che spesso la loro origine e' da ricercarsi nel malcostume di
alcune frange del mondo politico; con particolare riguardo alle fughe
di capitali, l' a. nota che i recenti severi provvedimenti in materia
sono giunti in porto troppo tardivamente. passando ad esaminare il
regime penitenziario, l' a. osserva che la cronica situazione di
intasamento delle nostre carceri, oltre che dal recente decreto di
amnistia e condono, sara' sensibilmente alleggerita quando verra'
realizzata la prevista depenalizzazione di una vasta fascia di reati
minori. la relazione, dopo un accenno in materia civilistica alla
legalizzazione dell' aborto, si conclude riportando i dati relativi
alla durata media dei processi e sottolineando la perdurante
scarsezza di ruoli e di strutture nell' ambito dell' amministrazione
della giustizia.
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