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| IDG791000562 | |
| 79.10.00562 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| avantaggiati michele
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| l' i.v.a. e la sesta direttiva c.e.e.
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| Legisl. giur. trib., an. 7 (1979), fasc. 9, pag. 1442-1458
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d2315; d8701; d1420; d1421; d1897
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| sottolineate le difficolta' del tema, l' a. svolge un' indagine
diretta a cogliere le differenze tra il nostro sistema normativo
dell' iva e quello previsto dalla vi direttiva comunitaria. il
legislatore tributario italiano si e' discostato dal modello
comunitario nei seguenti punti del sistema dell' iva: individuazione
della categoria dei soggetti passivi (piu' ristretta, anche se via
via ampliata, rispetto a quella delineata dalla direttiva
comunitaria) ed in particolare di quella degli imprenditori
(identificata senza alcun riferimento allo scopo ed ai risultati
dell' attivita'); creazione delle categorie delle operazioni non
soggette e delle operazioni non imponibili non in aderenza con i
principi sistematici comunitari; inesistenza nel nostro sistema
normativo dell' iva del principio, previsto nel modello comunitario,
per cui le forniture di beni destinati esclusivamente ad un'
attivita' esentata all' interno del paese sono esonerate dal
pagamento dell' imposta ove detti beni non abbiano formato oggetto di
un diritto a deduzione; carenza nella normativa in tema di deduzioni
del riferimento alle operazioni che conferiscono o meno il diritto a
deduzione ed all' effettivo impiego dei beni e servizi acquistati e
che formano oggetto del diritto in questione; illegittimita' dei
rimborsi disposti a favore dei contribuenti che eseguono
esclusivamente alcune operazioni esenti o non imponibili o non
soggette ad imposta; disciplina dell' assoggettamento ad iva degli
enti pubblici (attuata dal legislatore italiano in completo ispregio
dei criteri sanciti dalla direttiva comunitaria e bisognosa pertanto
di una riforma, specie per gli enti locali territoriali). l' a.
conclude richiamando l' attenzione sulla complessa normativa che
disciplina il diritto alla detrazione degli enti pubblici che non
hanno per oggetto esclusivo o principale l' esercizio di attivita'
commerciali e lo condiziona alla regolare tenuta di contabilita'
separate; osserva come l' applicazione della norma che prevede la
detraibilita' dell' imposta relativa ai beni e servizi utilizzati
promiscuamente per la parte imputabile all' esercizio dell' attivita'
commerciale richieda, specie per i comuni, l' adozione di uno
speciale regolamento che disciplini un metodo di tenuta della
contabilita' finanziaria che adempia contestualmente alla funzione
della tenuta separata dei conti.
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| d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633
d.p.r. 29 gennaio 1979, n. 29
d.p.r. 31 marzo 1979, n. 94
dir. cee 77/338
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| Ist. dir. tributario - Univ. GE
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