| l' a. rileva che l' ultima raccolta di saggi di vittorio frosini si
ricollega al precedente libro "costituzione e societa' civile",
delineando un quadro storico dell' italia di questo secolo, partendo
pero', questa volta, non da un angolo visuale strettamente giuridico,
istituzionale e ideologico, ma inteso a ripercorrere lo stesso
spaccato storico-politico con una attenzione piu' pronta e ricettiva
alle vicende intellettuali, ma anche biografiche, dei protagonisti
culturali del nostro tempo. il saggio d' apertura delinea uno
scenario in cui campeggiano tre autori: labriola, croce e gentile. il
profilo di un' epoca intera sembra essere stato modellato dalla mano
potente di queste eccezionali tempre di filosofi. nel saggio di
apertura intitolato "l' idealismo giuridico italiano del novecento"
la tesi e' che, contrariamente alle ipotesi interpretative avanzate
all' interno stesso o all' esterno dell' idealismo, esso "nacque
dalla critica al marxismo" con cui stava "in una sorta di rapporto
gemellare originario, anche se destinato a discordia quando fosse
emerso il problema della fondazione d' una citta' ideale." la tesi di
una paradossale identificazione fra neo-marxismo e idealismo e'
sostenuta in relazione alla concezione del diritto, considerato da
entrambi una soprastruttura dei rapporti economici. al termine di
questo rapido e denso excursus sulla parabola storica dell' idealismo
giuridico in italia, frosini conclude che, sul terreno di una
compiuta teoria del diritto e dello stato, tanto la tradizione
teorica idealista quanto quella marxista, per motivi opposti eppure
alla fine convergenti, hanno dato cattiva prova di se e non si sono
rivelate in grado di resistere alla verifica storica.
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