| complessita', differenziazione funzionale e integrazione corporativa
hanno raggiunto, nelle societa' industriali avanzate, soglie cosi'
elevate da imporre un dualismo irriducibile fra l' istanza dei
"valori", dei bisogni generali e degli interessi diffusi e il sistema
delle istituzioni politiche, fra l' emergere della conflittualita',
che preme ai confini del sistema dei partiti, e i circuiti
formalizzati della rappresentanza e della negoziazione degli
interessi. l' improvviso ribollire di propositi di revisione
costituzionale e' una risposta che il sistema dei partiti tenta di
dare in extremis dopo un trentennio di immobilismo costituzionale, ad
una estesa e profonda perdita di funzionalita' delle istituzioni
politiche italiane. siamo di fronte a una crisi di legittimita' del
sistema politico, segnalata da fenomeni di disinteresse e
insofferenza dell' opinione pubblica verso i partiti, di caduta
verticale della militanza, di illegalita' politica che assume ormai
endemicamente i connotati dell' eversione violenta e del terrorismo.
le soluzioni offerte da un' ingegneria costituzionale lungimirante e
coraggiosa possono svolgere un ruolo importante, soprattutto in
situazioni politiche ricche di potenzialita' innovative. c' e',
tuttavia, da dubitare che nell' attuale situazione di crisi l'
incapacita' progettuale della sinistra storica possa essere surrogata
da scorciatoie costituzionali che saltino questioni decisive come la
programmazione economica, la democrazia industriale e sindacale, la
riforma della pubblica amministrazione e, soprattutto, il
rinnovamento della forma-partito.
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