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| IDG800602252 | |
| 80.06.02252 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| smuraglia carlo
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| una sentenza sconcertante
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| nota a cass. sez. iv pen. 27 giugno 1979
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| Riv. giur. lav. prev. soc., an. 31 (1980), fasc. 5, pt. 4, pag.
170-177
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d6010; d7110; d777; d5061
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| la sentenza annotata ritiene illegittima la condanna di un imputato
per omicidio colposo, in seguito ad infortunio sul lavoro,al
risarcimento del danno nei confronti del sindacato, mancando il
rapporto immediato tra comportamento antigiuridico e danno. l' a.,
criticando tale soluzione, osserva che in realta' il danno da
prendere in considerazione e' unicamente quello che l' art. 2043 c.c.
definisce come ingiusto, collegato al generalissimo principio del
neminem laedere. cio' consente di ampliare notevolmente la sfera del
danno risarcibile, da far valere in sede penale, nel senso che la
responsabilita' puo' anche riferirsi a lesioni di beni (di livello
primario) che costituiscono oggetto di fruizione collettiva. dal
punto di vista strettamente giuridico la cassazione fa un passo
indietro rispetto alle piu' importanti acquisizioni della dottrina e
della giurisprudenza, che hanno individuato le tre figure distinte
del soggetto passivo, della persona offesa e del danneggiato dal
reato. in conclusione, osserva l' a., i giudici si sono solo
preoccupati di evitare che gli interessi collettivi potessero
compiere, nel processo penale, quella irruzione che e' peraltro gia'
avvenuta nella realta' sociale.
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| art. 185 c.p.
art. 22 c.p.p.
art. 2043 c.c.
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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