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| IDG800900672 | |
| 80.09.00672 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| d' ascola vincenzo
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| osservazioni sull' elemento oggettivo dell' interesse privato in atto
di ufficio
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| osservazioni a cass. sez. vi pen. 11 aprile 1978
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| Cass. pen., an. 20 (1980), fasc. 5-6, pag. 720-722
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d51113
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| l' a. osserva che la sentenza in esame, al pari d' un minoritario
indirizzo giurisprudenziale, da' una interpretazione dell' art. 324
c.p. che rende omissivo il reato ivi previsto. la corte ritiene
sufficiente una duplice presunzione; l' a. invece, dopo un breve
esame della dottrina (respinge in particolare la tesi che vi ravvisa
il dolo specifico) e della giurisprudenza, afferma la necessita' d'
una concreta dimostrazione di una effettiva ingerenza profittatrice
del pubblico ufficiale. cio' al fine, tra l' altro, d' una piu' netta
differenziazione della norma in parola dalla fattispecie prevista
dall' art. 323 c.p.. l' a. reputa infine che il reato di interesse
privato in atti d' ufficio abbia natura di reato di danno: e'
necessaria pertanto la prova d' un danno concreto per il buon
andamento e l' imparzialita' della pubblica amministrazione.
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| art. 323 c.p.
art. 324 c.p.
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