| secondo l' a., nell' ambito della c.d. "questione amministrativa", e'
possibile concepire un ordinamento in cui esistano ben definiti
poteri di autorganizzazione a livello locale. si tratta allora di
combinare una struttura rigida con alcune elasticita' del sistema
amministrativo in modo che, in base alle "disposizioni di legge" di
cui all' art. 97 si determini uno spazio per la normazione
secondaria. di fronte al carico ingente di trasferimenti di
competenze ai comuni, un primo ordine di questioni da affrontare sul
piano legislativo e' quello connesso alla riforma dell' autonomia
locale, dai comuni alle regioni, le questioni delle quali non sono
risolvibili settorialmente, con una vertenza delle regioni con lo
stato, ma nell' ottica di una riforma dell' amministrazione nel suo
insieme. in questo senso si muovono le indicazioni avanzate nel
rapporto del ministro giannini. successivamente l' a. affronta il
problema dell' amministrazione centrale dello stato partendo dalla
riduzione degli apparati centrali e del numero dei ministeri.
analizzando criticamente il rapporto giannini, l' a. affronta il tema
della politica legislativa in materia di riforma amministrativa,
riguardo al ruolo del ministero della funzione pubblica, all' assetto
ministeriale e alla presidenza del consiglio dei ministri e, piu' in
generale, alla ristrutturazione del potere centrale, al problema dei
controlli, a quello delle aziende dello stato, al rapporto di
pubblico impiego. infine l' a. affronta i temi della riforma della
"dirigenza", della scuola superiore della pubblica amministrazione,
dei concorsi e della formazione professionale. conclude con il tema
dell' incidenza della riforma dell' amministrazione nel rapporto
stato-cittadini.
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