| l' a. si richiama ad una serie di proposte di legge presentate dal
gruppo parlamentare comunista riguardanti l' ordinamento giudiziario
di cui, afferma l' a., non e' piu' rinviabile la riforma. l' a.
sostiene che l' ordinamento giudiziario ancora applicabile, d'
origine fascista, mostra la sua incongruita' e il suo punto di
conflitto con i principi ispiratori del nostro stato ed e' percio'
necessario un ordinamento giudiziario omogeneo al progetto
costituzionale. l' a. indica alcuni aspetti di riforma che
introdurrebbero un certo bilanciamento democratico alla
irresponsabilita' dei giudici. procede ad un esame critico del
sistema giudiziario attuale e indica una serie di interventi
riformatori affinche' si compia un processo di democratizzazione al
suo interno. altre carenze e ritardi concernono i "bilanciamenti
esterni" della irresponsabilita' e non rappresentativita' speciali
dell' ordine giudiziario. anche a questo proposito l' a. indica una
serie di interventi riformatori per far si che abbia luogo davvero
quella "partecipazione diretta del popolo all' amministrazione della
giustizia". l' a. conclude chiarendo il significato delle proposte di
legge presentate dal gruppo comunista e gli obiettivi strategicamente
piu' rilevanti che intendono perseguire. essi riguardano da una parte
l' indipendenza dei giudici, la garanzia della liberta' e del
pluralismo della loro funzione, la loro professionalita' ed
utilizzazione nei ruoli piu' adeguati, l' abolizione dei centri di
potere nella magistratura; da un' altra parte riguardano la
legittimazione di interlocutori sociali, il piu' possibile diffusi,
idonei a far valere pretese circa gli indirizzi ed il rendimento
dell' istituzione.
| |