| la grandezza di lenin, in quanto capo rivoluzionario, fu quella di
superare le ambiguita' del marxismo dando una soluzione a cio' che in
marx era rimasto indeterminato: il modo in cui il proletariato doveva
costituirsi in classe dominante ed esercitare la violenza
rivoluzionaria. ma cosi' facendo egli altero' il marxismo sotto due
aspetti: affidando al partito bolscevico il compito della
modernizzazione economica, che marx riteneva proprio del capitalismo,
e affidandogli inoltre il compito di di dominare la societa' nella
fase della dittatura del proletariato, che marx affidava, anche se in
modo poco chiaro, alla classe operaia. se e ' vero che fu stalin a
raccogliere i frutti dell' opera di lenin, e' anche vero che tra i
due capi del bolscevismo vi e' una differenza profonda sul piano dei
valori: mentre lenin guardava con ansia al momento in cui le masse
sarebbero diventate mature per mettere fine al ruolo del
partito-padre, stalin ignoro' e persino disprezzo' il "valore" della
democrazia, sostituendo all' obbiettivo di lenin della
modernizzazione come base materiale della democrazia e del
socialismo, quello della modernizzazione come fondamento della
potenza del partito-stato. l' esperienza sovietica segna la fine
dell' illusione secondo cui l' abolizione della proprieta' privata,
radice strutturale dell' asservimento della societa' agli interessi
particolari, avrebbe prodotto l' avvento di una societa' unificata e
riconciliata nell' affermazione dell' interesse generale. la misura
del socialismo puo' essere solo la qualita' dei rapporti sociali e
umani che deriva dai mutamenti della struttura economica, non la
statizzazione dei mezzi di produzione.
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