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| IDG800800145 | |
| 80.08.00145 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| grasso pietro giuseppe
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| questioni costituzionali in tema di diritto penale militare
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| Giur. cost., an. 24 (1979), fasc. 6, pt. 1, pag. 463-489
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d5503; d02143; d5512; f4251
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| l' a. rileva che nella giurisprudenza costituzionale a volte sono
state riconosciute legittime le disposizioni di diritto penale
militare, pure se comprendenti deroghe al diritto penale comune,
portando a giustificazione le esigenze proprie delle forze armate.
altre volte, invece, si e' manifestata la propensione a giudicarle
come inficiate da una presunzione di illegittimita' perche' deroganti
al diritto penale comune. nella sentenza della corte costituzionale
n. 26 del 24 maggio 1979, l' art. 186 c.p.mil.p. e' stato
ritenutoparzialmente illegittimo, perche' ingiustificato e
"irragionevole" a causa dell' equiparazione quoad poenam fra
tentativo e commissione di omicidio da parte di un inferiore ai danni
di un superiore. in tale sentenza sembrano inoltre prevalere le
valutazioni della gravita' dei fatti illeciti e dell' importanza dei
beni lesi, in termini che riescono confrontabili con gli insegnamenti
propri della concezione della pena come "retribuzione giuridica". per
cio', i motivi della sentenza annotata potrebbero sembrare, ai
fautori dell' aspetto teleologico della pena, inficiati da un ritorno
a modi di vedere tradizionalisti. la sfasatura che viene a
determinarsi con l' affermazione che la dichiarata illegittimita'
costituzionale non si estende a comprendere la parte residua dell'
art. 186 comma 2 c.p.mil.p., pare alla corte che possa essere
eliminata "in occasione della prevista riforma del codice penale
militare di pace". in altri termini alla espressione di "sfasatura"
sembra da ascrivere un senso politico piuttosto che giuridico.
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| art. 134 cost.
art. 186 c.p.mil.p.
c. cost. 24 maggio 1979, n. 26
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