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Documento


133829
IDG800900157
80.09.00157 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
pasella roberto
appropriazione indebita ed atti di autotutela del creditore
Indice pen., an. 13 (1979), fasc. 2, pag. 313-333
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
d51915; d5122
per integrare il reato di cui all' art. 646 codice penale, e' necessario ma non sufficiente il compimento di un atto teleologicamente correlato all' inosservanza dei limiti del possesso stabiliti nel titolo, occorrera' anche che tale abuso sia manifestazione di un animus domini, di quell' orientamento del volere che oltrepassa, pur significatizzandolo, il contesto della singola azione per proiettarsi nel futuro in un piu' o meno generico programma di comportamento e che si distingue dal dolo costituendone il presupposto nel senso che la sussistenza dell' elemento soggettivo del reato e' condizionata dalla coscienza del carattere di appropriazione della condotta. la semplice omissione della restituzione, diversamente dalla alienazione, non implica per se' una irreversibile volonta' di dominio, come nella ritenzione precaria, quale possesso nomine alieno. il problema sara' problema probatorio. l' a. si sofferma quindi sul concetto di "ingiustizia del profitto", criticando l' apriorismo dell' orientamento interpretativo dominante, quando invece non vi sono argomenti di ordine logico letterali di per se' decisivi per un' interpretazione dell' elemento normativo come anche "giuridico" rilevandolo dalla non azionabilita', ma anzi sembri piu' confacente all' usuale significato della locuzione vedere in esso il riferimento a parametri "culturali", come l' art. 2034 codice civile rinvia alla realta' extragiuridica.
art. 51 c.p. art. 393 c.p. art. 646 c.p. art. 2034 c.c.
Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze



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