| grande interesse ha, nella dottrina tedesca, la distinzione tra i
concetti di autore e partecipe del reato; un seguito ha, nella
dottrina e giurisprudenza, la prospettiva volontaristica, secondo la
quale e' autore del reato colui e solamente colui che agisce con
"volonta' di autore", determinandosi alla commissione reato,
indipendentemente dall' effettivo apporto esteriore al risultato. non
cosi' per chi compie materialmente il fatto, a seguito di decisione
altrui. altra parte della dottrina ha fatto ricorso a criteri
oggettivi facenti capo al nesso causale; altri propendono per criteri
che si rifanno alla tipicita' della norma penale; per altri vale la
"teoria materiale oggettiva" della partecipazione, percio' e' autore
anche colui che ebbe il "dominio del fatto", avendo funzione
predominante nella vicenda. d' altra parte ultimamente si e' cercato
di estendere il concetto di "controllo del fatto" a casi concreti in
cui pur non si poteva parlare formalmente di realizzazione materiale
da parte dell' autore. e' stata cosi' costruita la figura dell'
"autore mediato", che compie l' azione attraverso un "controllo di
volonta'" di soggetto umano. cosi' per l' ipotesi di "divisione delle
funzioni", in cui l' azione tipica e' imputata a compartecipi che,
pur nel frazionamento dell' esecuzione, esercitano concretamente un
controllo su una funzione essenziale. in genere la dottrina e la
giurisprudenza hanno cercato di enucleare principi tali da poter
ricondurre a questi fattispecie concrete diversissime.
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