| l' a. sostiene che s. agostino, pur avendo una visione drammatica
della storia, non cede alla tentazione ne' del conservatorismo amante
del passato, ne' del millenarismo che ama la novita' per la novita'.
inoltre l' a., esaminando molti testi fondamentali della civitas dei,
mette in evidenza che, per s. agostino, non vi e', su questa terra,
una distinzione razionalmente apprezzabile tra "civitas dei" e
"civitas diaboli", per cui esse convivono nello stesso momento
storico, nello stesso uomo: da questo consegue che s. agostino
rifiuta ogni forma di manicheismo e afferma esplicitamente che,
mentre al di fuori della chiesa si puo' trovare il bene morale ed
anche l' adempiersi della volonta' divina, all' interno di essa,
viceversa, convivono bene e male e si possono trovare le stesse
ingiustizie che fondano il regno del male. concludendo l' a. sostiene
che per s. agostino esiste anche la legge naturale, sita nel cuore
dell' uomo che, per se', e' capace di dettare la regola della
convivenza umana, anche se l' uomo non puo', senza la grazia,
obbedire a tali regole: in linea di principio lo stato non e', per s.
agostino necessariamente espressione del male, ma anzi e' un segno
sicuro del valore soprannaturale della persona umana: la legge
positiva ha, in tale contesto, una funzione di mediatrice, tra la
regola assoluta del diritto naturale e il vario contesto delle
situazioni storiche e sociali.
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