| l' a. si richiama alla trentaquattresima crisi di governo e alle tesi
secondo cui si e' trattato di una crisi "semiparlamentare", per il
fatto che il governo ha presentato le dimissioni sulla base di un
dibattito tra i gruppi parlamentari, o "pseudoparlamentare",
considerando l' intervento del parlamento, in questo caso, una vuota
formalita'. secondo l' a., le critiche alle crisi extraparlamentari
si fondano su due ordini di motivazioni: che autori primari di tali
crisi sono i partiti politici anziche' i gruppi parlamentari; che
svolgendosi per vie non istituzionali, le motivazioni della crisi
restano avvolte nel segreto dei vertici dei partiti e non vengono
rese pubbliche. l' a. respinge la prima di queste posizioni in quanto
si fonda sul disconoscimento dei principi fondamentali della nostra
costituzione che, all' art. 49, riconosce ai partiti il ruolo di
soggetti istituzionali della "determinazione della politica
nazionale". ritiene fondata la seconda critica poiche' una crisi
decisa dalle segreterie o dalle direzioni dei partiti non raggiunge
un grado di pubblicita' adeguato all' importanza del fatto. secondo
l' a., la prassi inaugurata con l' ultima crisi, di cui traccia la
storia, ha inteso superare proprio questo tipo di critica.
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