| secondo l' a., che riporta le prese di posizione di alcuni esponenti
politici in materia di riforma dell' ente radiotelevisivo di stato,
si profila un nuovo "assalto" alla rai. l' a. afferma, al contrario,
che e' possibile dare all' ente un ruolo essenziale per il
cambiamento della societa' italiana attraverso l' eliminazione della
precedente legge di riforma della rai senza sottrarla al controllo
politico, pubblico, dello stato. va sottratta, pero', alle
interferenze politiche di parte, al gioco delle lottizzazioni. il
consiglio di amministrazione dovrebbe rimanere l' organismo politico
per eccellenza ma i suoi compiti dovrebbero essere precisati sia per
quanto riguarda la programmazione e il palinsesto, sia per quanto
riguarda il controllo della spesa e del gettito globale del mercato
pubblicitario, sia per quanto riguarda il rispetto delle norme,
quando saranno approvate, che regolamentano l' esercizio delle
emittenti private. infine occorre sciogliere il nodo dell' antitesi
di fatto esistente tra la concezione di "servizio pubblico" e quella
di "professione". questa questione riconduce alla qualita' dell'
informazione: gli operatori della informazione e della cultura
dovrebbero godere della piu' ampia liberta' di espressione e farsi
interpreti e critici dei messaggi delle forze politiche alla
collettivita', al di fuori di ogni condizionamento politico.
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