| la crisi del diritto dei contratti, come sistema "astratto" e
"generale", nei sistemi di common law, e' evidenziata dal proliferare
di fenomeni di 'standardization' delle transazioni, dove il
"contratto" diventa un' autentica "normativa" d' impresa, "imposta"
dalle industrie in posizione dominante. nell' esperienza
nord-americana esiste oggi un potere normativo della grande impresa,
tale da escludere che 'lo standard form contract' sia davvero un
contratto in senso tecnico. da cio' deriva l' insistenza di molti
common lavers sulla necessita' di provvedere ad una radicale
revisione della teoria del contratto. una contract law fondata sul
meeting of minds dei contraenti non trova ormai alcun riscontro nella
realta' del contracting sul modello degli standards ormai dominanti.
l' a., pero', sostiene che la crisi irreversibile di una teoria del
contratto non significa in alcun senso "morte del contratto" come
tecnica di amministrazione dei rapporti, come sostengono alcuni
studiosi quali gilmore, essendo piuttosto questione di accertare in
che modo un nuovo diritto dei contratti puo' diventare "a more solid
platform for facing the future". bisogna tener conto che la contract
law appare invasa da "socially imposed standards of behavior" essendo
in espansione l' ambito degli interessi collettivi che condizionano
il regolamento contrattuale: da cio' lo spazio piu' circoscritto oggi
esistente per la freedom of contract. ma questi fenomeni sono lungi
dal costituire death of contract, costituendo, invece, secondo l' a.,
una conferma storica della continued vitality del diritto dei
contratti.
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