| l' a. precisa che l' enciclica di giovanni paolo ii, redemptor
hominis, si atteggia come ricerca sui modi piu' plausibili per l'
affermazione dei valori etici del cristianesimo nella sfera personale
e in quella dei rapporti sociali. essa si configura soprattutto come
un' analisi critico-razionale della realta' odierna alla luce di
alcuni principi indeclinabili di natura etica e religiosa. in un
passaggio dell' enciclica si avverte una risonanza di quel prudente
neoprovvidenzialismo che vede i cosiddetti diritti naturali come una
concezione storica di valori cristiani secolarizzati e sedimentati
universalmente nella coscienza umana e nelle dottrine giuridiche e
politiche. insostituibile appare la funzione delle forze politiche e
sociali, entro le quali devono necessariamente operare anche coloro
che intendano tradurre in pratica le superiori istanze di ordine
etico e religioso. la tesi della distinzione tra i due piani,
politico e religioso, e' elaborata, nell' enciclica, con l' ausilio
di argomentazioni complesse, che sono sempre in presa con la realta'
odierna e in cui si sente l' eco delle sofferte esperienze di
giovanni paolo ii. ma quello che e' piu' interessante e' il nuovo
atteggiamento maturato dalla chiesa verso la vita politica, nei
confronti della quale sembra prendere le distanze per approfondire il
suo ruolo di suprema autorita' morale.
| |