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| IDG810600196 | |
| 81.06.00196 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| carnevali ugo
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| eccessiva morbilita', periodo di comporto e recesso del datore di
lavoro
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| nota a cass. sez. un. 29 marzo 1980, n. 2073
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| Giust. civ., an. 30 (1980), fasc. 7-8, pt. 1, pag. 1534-1537
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| (Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
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| d746; d74700
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| il recesso del datore di lavoro e' ammissibile dopo il periodo di
comporto stabilito dalla legge, dalle norme collettive, dall' uso e
secondo equita'. si applica l' art. 2110 c.c. per stabilire la durata
del comporto, e le modalita' del suo usufruimento. il problema e' se
il datore di lavoro puo' recedere dal rapporto di lavoro, in caso di
eccessiva morbilita', anche se non e' superato il periodo di
comporto: la risposta prevalente e' positiva, in quanto vige il
principio della "frazionabilita'" del comporto, con conseguente
sommatoria delle reiterate malattie. in pratica l' eccessiva
morbilita' puo' giustificare lo scioglimento del rapporto, perche'
non ha niente in comune con la malattia ex art. 2110. secondo la
sentenza annotata non e' possibile distinguere a priori tra malattia
unitaria e continuativa (ex art. 2110) ed eccessiva morbilita', ed e'
questa, secondo l' a., un' opinione da condividere, per cui il punto
essenziale sta nell' indagare se la clausola collettiva consente di
ricomprendere in essa l' ipotesi di pluralita' di malattie, cioe' se
stabilisca il comporto "per sommatoria" o "a secco". puo' essere
utilizzata anche l' equita' come fonte sussidiaria di determinazione
del comporto.
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| art. 2110 c.c.
art. 3 l. 15 luglio 1966, n. 604
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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