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136441
IDG810600212
81.06.00212 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
triola roberto
l' art. 2652 n. 7 c.c. e la prova della buona fede
nota a cass. sez. ii civ. 15 marzo 1980, n. 1741
Giust. civ., an. 30 (1980), fasc. 9, pt. 1, pag. 1913-1914
(Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
d30830; d3025
nell' ipotesi prevista dall' art. 2652 n. 7 c.c., la buona fede ex art. 534 c.c. dell' acquirente a qualunque titolo dei beni dell' erede, o del legatario apparente, non e' presunta ma va provata dall' interessato. secondo l' a. tale sentenza e' inesatta, perche' parte dal presupposto che l' art. 2652 e l' art. 534 disciplinano l' identico istituto. invece, l' art. 534 si riferisce alla petizione di eredita' ed all' acquisto a titolo oneroso da parte di chi e' considerato erede apparente, mentre l' art. 2652 c.c. si riferisce a tutti i casi in cui non si rientra nella petizione di eredita', all' acquisto a titolo gratuito dell' erede apparente, agli acquisti del legatorio. l' art. 534 e' norma eccezionale rispetto all' art. 2652, che non si riferisce, come il precedente, ad una azione particolare, ma a tutte le azioni che servono a contestare l' acquisto per causa di morte a titolo universale o particolare. per questo e' inammissibile che la deroga dell' art. 534 al principio generale, secondo cui la buona fede si presume, sia estesa anche al 2652 n. 7 c.c..
art. 2652 n. 7 c.c. art. 534 c.c.
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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