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136821
IDG810900109
81.09.00109 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
spriano cervetti fernanda
derubricazione del reato in sentenza e scarcerazione automatica
nota a ass. torino 9 novembre 1977
Giur. it., an. 130 (1978), fasc. 5, pt. 2, pag. 213-216
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
d61140; d6113
l' a. sottolinea l' ineccepibilita' della massima annotata nella quale s' afferma che, se con la modificazione del titolo del reato in sentenza il termine massimo di carcerazione preventiva risulta decorso prima di tale pronuncia, il giudice deve scarcerare l' imputato. infatti, poiche' l' art. 275 c.p.p. trova applicazione anche nel caso di semplice concessione delle generiche, a forziori sara' applicabile per la ipotesi di derubricazione del fatto ritenuta in sentenza. inoltre le norme sulla custodia preventiva hanno semplice valore cautelare per cui vanno disapplicate quando il titolo che le legittimava sia caducato. vanno infine distinte 2 soluzioni giurisprudenziali: la prima contraria all' indirizzo dominante di favor rei, che ritiene che il mutamento della qualifica giuridica del reato in appello non possa avere effetto retroattivo sui termini di carcerazione relativi al primo grado di giudizio; la seconda reputa l' illegittimita' della mancata scarcerazione nel caso in cui il termine massimo di carcerazione sia gia' trascorso prima della pronuncia della sentenza non definitiva di condanna.
art. 272 c.p.p. art. 275 c.p.p. l. 1 luglio 1970, n. 406
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