| molti studiosi, come ad esempio norberto bobbio, negano che vi sia
nel marxismo una teoria dello stato. altri, invece, come danilo zolo,
riconoscono il nocciolo del marxismo in una teoria della
corrispondenza tra i modi di produzione e le forme politiche. l' a.
sostiene, invece, che vi sono due livelli della teoria del diritto in
marx: quello definito del diritto privato, caratterizzato dal
contratto e dallo scambio e, d' altra parte, quello che riguarda il
momento dell' appropriazione di tempo di lavoro altrui che, nella
societa' capitalistica, viene celato dal rapportodi scambio. questo
atto e' legittimato dal carattere di interesse pubblico ed ha bisogno
di istituzioni statali per realizzarsi in questa forma. l' a. esamina
in termini critici le teorie del potere e dello stato in durkheim,
weber, foucault e baudrillard, sostenendone l' inadeguatezza: cio'
che viene trascurato e' che sono sempre la produzione e il lavoro a
rendere possibile la riproduzione sociale. percio', in definitiva,
pur ammettendo che sia possibile una supremazia dei fenomeni della
riproduzione su quelli della produzione, grazie anche agli strumenti
cibernetici, la discriminante teorico-politica fondamentale resta
sempre la possibilita' o meno di dominare il processo economico dal
punto di vista degli interessi collettivi disarmando il capitale e
mettendo la tecnologia al servizio dell' uomo.
| |