| l' a. si propone di studiare le trasformazioni dello stato
contemporaneo e di misurarsi con le teorie borghesi e marxiste della
crisi dello stato. la teoria borghese dello stato, secondo l' a.,
gravita attorno alla questione non risolta del rapporto fra stato di
diritto e stato sociale. d' altro canto la teoria marxista dello
stato vede il proprio paradigma analitico in crisi di fronte ai
sempre piu' estesi fenomeni di intervento economico dello stato. lo
schema classico della dissociazione fra societa' civile e stato e'
superato di fronte ad un assetto dei rapporti fra economia e politica
profondamente alterato rispetto ai modelli studiati dal marxismo
ottocentesco. caduta l' autonomia del mercato, il "capitalismo
organizzato" ha tolto all' economia politica il suo primato. oggi e'
piuttosto la teoria politica e in particolare la sociologia politica
ispirata al funzionalismo sistemico nordamericano ad occupare una
posizione centrale sul piano scientifico ed ideologico. la crisi
dello stato non e' piu' interpretabile in termini puramente economici
ma, come sostengono da sponde opposte neomarxisti come habermas ed
offe e funzionalisti come luhmann, in termini di crisi di
legittimita', ovvero di crisi di governabilita'. lo stato
interventista contemporaneo non puo' piu' far riferimento ai criteri
di razionalita' weberianamente forniti dalla logica dello scambio
mercantile e, d' altra parte, come sostiene luhmann, l' aumento della
complessita' sociale determina un sistematico deficit di potere. l'
a., mentre critica parzialmente queste analisi, sostiene che le
tendenze neocorporative dello stato sociale mettono in crisi
soprattutto la lealta' di massa dei cittadini e inducono lo stato a
sovrapporre all' ordinamento giuridico un' istanza di superlegalita'
politica. lo stato tende, quindi, a farsi, secondo l' espressione di
hirsch "stato di sicurezza nazionale".
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