| lo scopo dell' indagine e' di sottoporre a critica l' opinione
tradizionale, e ancora maggioritaria fra gli interpreti, che il
potere delegabile al governo in base all' art. 76 cost. si esaurisce
non appena esercitato. gli elementi fondamentali di tale critica,
peraltro molto dettagliata e complessa, si possono sintetizzare in
due notazioni: a) in linea di fatto, la teoria dell' istantaneita'
pecca d' incoerenza rispetto ai generali orientamenti, emersi presso
la dottrina e presso l' organo di giustizia costituzionale, in tema
di normazione primaria del governo, si dimostra inoltre
potenzialmente dannosa e sembra infine priva di reale utilita'
pratica; b) sul piano strettamente giuridico, la teoria dell'
istantaneita' non pare sostenibile in base agli elementi forniti
dall' interpretazione letterale e sistematica dell' art. 76, ne' pare
sostenibile sulla scorta di altri e piu' generali elementi, quali
-per esempio- il principio della separazione dei poteri, il carattere
"eccezionale" della norma delegante, la pretesa consuetudine
interpretativa ed applicativa che si sarebbe formata in materia. cio'
premesso, l' indagine passa ad esaminare la fondatezza dell' opposta
opinione, per la quale il potere delegato si presta a un esercizio
ripetuto, salvo che il legislatore delegante non lo vieti in modo
esplicito. con molti argomenti, l' a. si schiera a favore di questa
tesi e ne auspica l' accoglimento anche per ragioni pratiche.
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