| l' a. esamina la natura e la disciplina giuridica attuali del
rapporto di lavoro a tempo parziale, certamente lecito e qualificato
dalla dottrina come un normale rapporto di lavoro subordinato.
verificata l' assenza di una disciplina legislativa, l' a. prende in
esame la vasta normativa contrattuale che riguarda soprattutto le
lavoratrici, per le quali il tempo parziale resta tuttavia una scelta
"obbligata" ed emarginante. inoltre, dall' analisi dei dati sulla
diffusione qualitativa e quantitativa del part-time all' estero e in
italia, emerge il coinvolgimento in tale tipo di contratto non solo
dei soggetti normalmente interessanti (anziani, studenti,
handicappati), ma anche di quanti non riescono a trovare un'
occupazione a tempo pieno, soprattutto donne. cio' spiega la netta
intransigenza del movimento femminista e della componente femminile
del sindacato nei confronti di una regolamentazione generalizzata del
part-time, che ne costituirebbe il riconoscimento formale e ne
favorirebbe l' estensione. occorre piuttosto, conclude l' a., trovare
una soluzione di carattere transitorio che garantisca i rapporti
esistenti e limiti il tempo parziale a particolari categorie di
cittadini e a periodi di difficolta' nella vita della donna.
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