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| IDG810900291 | |
| 81.09.00291 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| lemmo elio
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| i procedimenti direttissimi di competenza del pretore
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| Riv. it. dir. proc. pen., an. 23 (1980), fasc. 4, pag. 1033-1047
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d625; d6252; d6253
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| l' esame analitico del procedimento direttissimo disciplinato dagli
artt. 502-505 c.p.p. e dalla legislazione speciale consente di
distinguere il giudizio immediato del pretore dalla corrispondente
figura di competenza degli organi collegiali, e di individuarne le
caratteristiche rispetto al procedimento pretorile ordinario. sotto
tale ultimo riflesso il rito speciale, se nulla aggiunge alle
anomalie che derivano ai poteri inquisitori esercitati nel
dibattimento dal pretore, contempla un' ipotesi di attivazione della
giurisdizione del pubblico ministero estranea alla forma ordinaria.
la distinzione dal giudizio immediato di fronte agli organi
collegiali e' data, oltre che dall' art. 435 comma 3 c.p.p.,
prevedente una deroga al principio del doppio grado di giurisdizione
non ipotizzabile rispetto al giudizio pretorile, dal fatto che mentre
in quei procedimenti il pubblico ministero e' obbligato a richiedere
la contestazione per il reato commesso in udienza pena l'
impossibilita' a procedere con tale rito, nel procedimento pretorile
l' iniziativa del rappresentante del pubblico ministero non ha
carattere esclusivo e l' inerzia di detto organo non esonera il
pretore dall' obbligo di procedere.
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| art. 435 c.p.p.
art. 502 c.p.p.
art. 503 c.p.p.
art. 504 c.p.p.
art. 505 c.p.p.
art. 436 c.p.p.
art. 445 c.p.p.
art. 446 c.p.p.
art. 456 c.p.p.
art. 477 c.p.p.
l. 14 ottobre 1974, n. 220
art. 35 l. 18 aprile 1975, n. 110
art. 17 l. 22 maggio 1975, n. 152
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