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138445
IDG810700055
81.07.00055 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
martini giampiero
il subentro all' assegnatario defunto prima del riscatto del fondo e il problema della successione mortis causa nei beni agricoli
Riv. dir. agr., an. 59 (1980), fasc. 4, pt. 1, pag. 632-669
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
d9135; d302; d91188
l' a. pone in rilievo l' esigenza di un diritto successorio agrario soprattutto allo scopo di impedire un eccessivo frazionamento della proprieta' rurale. richiama i vari tentativi di regolamentazione del trasferimento mortis causa dei fondi rustici, evidenziandone le carenze. espone le principali questioni ancora irrisolte e oggetto di contrastanti soluzioni in dottrina e giurisprudenza. sul problema della natura giuridica dell' assegnazione, osserva come in essa convergano elementi privatistici, quale lo strumento negoziale adottato della vendita con patto di riservato dominio, ed elementi pubblicistici, quali la concessione e gli atti di supremazia conseguenti. rileva poi che non e' neppure risolto il problema della natura del subentro all' assegnatario non proprietario, ricondotto in genere dalla dottrina nello schema della successione mortis causa, sia pure atipica. l' a. chiarisce quali beni del de cuius compongano con certezza l' asse ereditario ed affronta poi il problema se anche il fondo assegnato, o meglio il rapporto di assegnazione, rientri in tale asse. illustra con argomentazioni critiche le varie teorie formulate in merito. ritiene che nessuna di esse sia pienamente convincente. si sofferma sui problemi di costituzionalita' della normativa vigente. ritiene che una soluzione rispettosa dei principi costituzionali, per il problema della qualificazione giuridica del subentro, si possa rinvenire solo sotto il profilo amministrativo e negoziale, escludendo la natura successoria del subentro. osserva infatti che la concessione cessa con la morte dell' assegnatario travolgendo l' assegnazione e che e' necessaria una nuova concessione ed una nuova assegnazione da parte dell' ente che e' legalmente vincolato a preferire il designato ove abbia i requisiti di legge. l' a. ritiene che tale conclusione, valida in caso di subentrante designato dagli eredi, trovi conferma anche in caso di designazione giudiziale, ove l' attivita' del giudice venga inquadrata nella giurisdizione volontaria e non contenziosa.
art. 4 l. 29 maggio 1967, n. 379 l. 30 aprile 1976, n. 386 art. 2558 c.c. l. 27 luglio 1978, n. 392 l. 28 marzo 1957, n. 244 d.lg.lt. 5 aprile 1945, n. 156 art. 7 l. 29 maggio 1967, n. 379
Ist. dir. agrario - Univ. FI



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