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138477
IDG810600359
81.06.00359 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
palumbo aniello
reato continuato e termini massimi di custodia preventiva
nota a ord. trib. napoli sez. iii pen. 1 marzo 1977
Foro nap., an. 29 (1980), fasc. 3, pt. 2, pag. 39-46
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
d5014; d6113
l' a. rileva come l' ordinanza che annota, rigettando la teoria dell' unita' fittizia ed accogliendo quella dell' unita' reale del reato continuato, riproponga la complessa problematica circa la natura giuridica di questo tipo di reato. dopo aver illustrato queste diverse costruzioni dogmatiche dell' istituto, che inevitabilmente hanno influenzato e condizionato la giurisprudenza, l' a. osserva pero' che, mancando nel nostro diritto positivo una disciplina completa ed esauriente del reato continuato, in relazione specialmente a suoi rapporti con altri istituti, il problema si riduce all' individuazione di una regola generale. procedendo quindi all' analisi normativa, l' a. rileva che ci si trova in presenza di una disciplina di carattere misto del reato continuato, il quale talora viene considerato dal punto di vista unitario (art. 81 c.p.), tal' altra da quello pluralistico (art. 151 c.p., art. 32 c.p.p.). pertanto non essendosi il legislatore ispirato ad una concezione ontologica del reato continuato, la soluzione ritiene vada ricercata in una interpretazione teleologica delle norme che lo disciplinano. in conclusione l' a. ritiene che il reato continuato trovi il suo fondamento in un giudizio di minore riprovevolezza in corrispondenza di un medesimo disegno criminoso che sottende le singole violazioni.
art. 81 c.p. art. 151 c.p.
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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