Banche dati professionali (ex 3270)
Stampa giuridica

Documento


140155
IDG810900473
81.09.00473 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Guariniello Raffaele
Malattie da lavoro e processo penale
Riv. it. dir. proc. pen., an. 24 (1981), fasc. 2, pag. 556-588
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D541; D777; D18804; D68
Dopo aver sottolineato le carenze della giustizia penale nel settore relativo alle malattie professionali malgrado le dimensioni ormai assunte del fenomeno nel nostro Paese, l' A. trae spunto dal decreto di amnistia del 1978 per porre l' accento sul rilevante peso attribuito dall' ordinamento giuridico italiano ai reati di lesione personale colposa commessi con violazione delle norme sull' igiene del lavoro (appunto sottratti all' applicazione dell' amnistia); e mette a fuoco l' autonomia del concetto di malattia professionale in sede penale. Indi, nell' intento di illuminare gli ampi spazi operativi aperti dalla legislazione sull' igiene del lavoro, l' A. delinea una ricostruzione sistematica dell' attuale normativa nei profili inerenti alla prevenzione tecnica, personale, sanitaria e informativa; ed evidenzia gli obiettivi perseguiti in materia dal legislatore (per alcuni fattori lavorativi, l' assenza di malattia; per altri, l' assenza anche del semplice disagio; e per i restanti, addirittura il controllo ambientale a prescindere dalla tossicita' o fastidiosita'). Per il raggiungimento di simili obiettivi, e' imposta al datore di lavoro la massima sicurezza possibile, nel rispetto peraltro di determinati limiti: e, cioe', a seconda dei casi, la compatibilita' delle cautele con le esigenze di lavorazione, ovvero la loro realizzabilita' secondo i canoni della piu' avanzata tecnologia. In questo quadro, si spiegano la supplenza dei mezzi personali di protezione rispetto ai mezzi tecnici, e, tra i mezzi tecnici, la subalternita' dei sistemi di aspirazione e ventilazione rispetto ai sistemi chiusi di lavorazione. Circa i c.d. TLV (valori massimi e medi di esposizione agli agenti chimici e fisici), si pongono in risalto le incognite e le riserve che ne limitano la validita', onde porre in guardia contro un loro utilizzo non meramente indicativo. Particolare attenzione, infine, e' dedicata all' esegesi comparata delle discipline concernenti i fattori igienico-ambientali: rumore, polvere, gas. Spostando lo sguardo dalla prevenzione alla repressione delle malattie da lavoro, l' A. prende l' abbrivo dalle esperienze in merito condotte nell' area della Pretura di Torino, per fornire una serie ragionata e sistematica di indicazioni operative in vista dell' impostazione e realizzazione di un efficace e diffuso intervento della magistratura penale nel settore. Su questo fronte, a fianco delle malattie professionali specifiche (quali la silicosi, l' asbestosi, e la sordita' da rumore), assumono un ruolo sempre piu' cospicuo i tumori occupazionali. Al riguardo, sono descritte le possibili e sperimentate tecniche d' indagine, necessarie sia al fine di garantire un' applicazione rigorosa delle norme prevenzionali nelle industrie caratterizzate dall' uso di sostanze cancerogene, sia allo scopo di accertare un rapporto causale tra neoplasie e ambiente lavorativo.
art. 590 c.p. d.p.r. 27 aprile 1955, n. 547 d.p.r. 19 marzo 1956, n. 303 d.p.r. 9 aprile 1959, n. 128 d.p.r. 30 giugno 1965, n. 1124 l. 20 maggio 1970, n. 300 d.p.r. 4 agosto 1978, n. 413 l. 23 dicembre 1978, n. 833
Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze



Ritorna al menu della banca dati