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| IDG781310151 | |
| 78.13.10151 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| merlini stefano
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| i mezzi di cui dispone lo stato nella lotta al terrorismo. come la
democrazia difende se stessa. pericoloso parlare di "stato di guerra"
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| Rinascita, an. 35 (1978), fasc. 12 (24 marzo), pag. 12
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| d542
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| (Sommario: il problema di una efficace difesa della democrazia, dello
stato e dell' incolumita' dei cittadini di fronte all' attacco
terroristico. le ragioni politiche e di tutela della costituzione del
rifiuto delle leggi eccezionali. la riforma degli apparati di
polizia, dei servizi segreti, della magistratura come scelta
essenziale per rendere efficace la prevenzione e la repressione)
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| l' a., riferendosi alle dichiarazioni di due magistrati, dopo il
rapimento moro, sull' opportunita' di dichiarare lo "stato di
pericolo pubblico", rileva che tale istituto era previsto dal testo
unico di pubblica sicurezza del fascismo. l' art. 214 di quella legge
attributiva al ministro dell' interno la competenza a dichiararlo con
decreto e con l' assenso del capo del governo. occorre pero'
chiedersi se questa parte del testo unico sia da considerare ancora
vigente dopo l' entrata in vigore della costituzione repubblicana la
quale prevede, all' art. 78, che siano le camere a deliberare lo
stato di guerra e a conferire al governo i poteri necessari, in caso
di guerra "esterna", ma non esprime alcunche' sullo "stato d'
assedio". la questione, afferma l' a., non e', poi, tanto di
stabilire se la competenza a dichiarare lo stato d' assedio sia del
ministro o del consiglio dei ministri, secondo il regio decreto n.
466 del 1901, quanto di negare l' esistenza di un potere dell'
esecutivo di ribaltare un principio fondamentale del diritto e cioe'
la subordinazione dello stesso potere esecutivo alla legge e alla
costituzione la quale non offre alcuna possibilita' di esistenza ad
un istituto come lo "stato di pericolo pubblico e di guerra interna".
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| art. 78 cost.
r.d. 14 novembre 1901, n. 466
art. 214 r.d. 18 giugno 1931, n. 773
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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