| 141345 | |
| IDG810602404 | |
| 81.06.02404 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Alesse Augusta
| |
| Processo del lavoro. Autonomia del dispositivo della sentenza e
limiti temporali alla sua efficacia esecutiva
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Riv. dir. lav., an. 32 (1980), fasc. 4, pt. 1, pag. 459-477
| |
| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
| |
| D760; D4192
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| L' A. esamina i problemi interpretativi che scaturiscono dall' art.
431 comma 2 c.p.c. (nel testo novellato dalla l. 11 agosto 1973, n.
533), in particolare dalla correlazione tra l' inciso "in pendenza
del termine per il deposito della sentenza" e la previsione normativa
contenuta nel precedente art. 430 seondo il quale "la sentenza deve
essere deposistata in cancelleria entro quindici giorni dalla
pronuncia". Premessi alcuni imprescindibili rilievi preliminari sulla
natura perentoria od ordinatoria del termine di cui all' art. 430
c.p.c. e sulle caratteristiche essenziali dell' atto processuale
"dispositivo" cosi' come esso si configura ex art. 431 comma 2 c.p.c.
e riesaminate sinteticamente in chiave critica le molteplici
soluzioni interpretative adottate dalla dottrina e dalla
giurisprudenza, l' A. conclude che l' inciso del comma 2 del' art.
431 c.p.c. deve essere interpretato "in pendenza del termine
occorrente in concreto al giudice per depositare a sentenza".
| |
| art. 431 comma 2 c.p.c.
art. 430 c.p.c.
l. 11 agosto 1973, n. 533
| |
| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
| |