| Affrontando il tema del rapporto indicato nel titolo, e' importante
fin dall' inizio definire "quale" Weber deve essere preso in
considerazione, fra i molti ruoli attribuitigli dalla fantasia
analitica degli studiosi Weberiani. L' A. si propone di respingere la
riduzione del problema di un possibile "Weber sociologo del diritto",
l' esistenza del quale puo' anche essere, in via congetturale, messa
in dubbio, sostenendo che la sociologia del diritto Weberiana non e'
altro che il luogo storico, nei lavori di Weber, nel quale egli
preminentemente, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo,
fa sociologia attraverso il diritto. Sulle basi di questa premessa,
l' A. tenta una ricostruzione degli aspetti della formazione
giuridica di Weber durante gli anni universitari, ripercorrendo
analiticamente lo sviluppo di questi attraverso le tappe indicate
dallo stesso Weber nel curriculum che egli allego' alla Dissertazione
del 1899, nella maniera proposta da Winkelmann. Il risultato, come ci
si poteva logicamente aspettare e' l' immagine abbastanza coerente di
un giovane studioso di questioni politiche alla fine del XIX secolo,
cioe' in un periodo in cui la politica veniva ancora studiata
attraverso il diritto, ma gia' si cominciavano a riconoscere i primi
segni di crisi di un tale approccio. Lo scopo dichiarato dalla parte
finale di questo saggio e' il tentativo di leggere il lavoro di Weber
non soltanto come una ricognizione di tale crisi, ma anche come un
tentativo di superarla, senza tuttavia sacrificare molto dell' alto
grado di conoscenza ottenuto dalla scienza giuridica tedesca nel
corso del XIX secolo. L' A. si limita a dimostrare la plausibilita'
dell' ipotesi e a dare alcune indicazioni per la costruzione di una
indagine che deve ancora essere completata da studiosi specializzati.
E', pero', necessario premettere u n' avvertenza, in particolare per
gli specialisti, di non lasciarsi sopraffare dal fascino di letture
parziali interne e specialistiche dell' opera stessa di Weber.
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