| L' articolo inizia esprimendo dubbi sulla validita' delle
interpretazioni che, nel presentare Carl Schmitt come un discepolo
che porto' alle estreme conseguenze le premesse implicite nel
pensiero di Max Weber, finiscono col gettare l' ombra del
decisionismo schmittiano sulla sociologia weberiana. Se ogni
storicismo e' in ultima analisi anche decisionismo, a causa del suo
iniziale atteggiamento relativistico verso il problema dei valori,
quello di Schmitt e' un decisionismo con caratteristiche del tutto
originali, sia sul piano della teoria politica, sia su quello della
teoria del diritto. In questo modo, come prima conclusione, Weber e
Schmitt condividono un concetto realistico di politica, ma
differiscono nella articolazione e nella definizione dei suoi
fondamentali precetti: uno ha un concetto tecnico della politica ,
intesa come professione , mentre l' altro ha un concetto etico,
intesa come una destinazione che consiste nella categoria
amico-nemico. Per quanto riguarda la teoria del diritto, Weber e' un
positivista che si interessa allo studio del problema della
legittimazione e della validita' empirica di sistemi giuridici, senza
tuttavia criticare la qualita' scientifica di una teoria puramente
normativa del diritto; Schmitt, d' altra parte, si impegna in una
radicale battaglia su questo fronte. Nell' arco dell' evoluzione del
suo pensiero si nota una costante nostalgia per una concezione
trascendente del diritto che non di meno intende fornire nello stesso
tempo un' alternativa all' approccio giusnaturalistico. Queste
differenze conducono in definitiva ad una diversa interpretazione del
processo di razionalizzazione formale che, per entrambi caratterizza
lo sviluppo giuridico moderno. Infine si deve dire che la metodologia
dei due autori e' profondamente diversa: Weber elabora delle
strutture ideal-tipiche idonee a regolare, in relazione ad uno
specifico punto di vista, la molteplicita' e la natura
pluridirezionale dei rapporti di reciproco condizionamento fra i
fenomeni della realta'; Schmitt, invece, adotta una prospettiva
ontologica che gli consente di riunire le fondamentali categorie
della realta' giuridica, politica e sociale nella loro essenziale
unita'.
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