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| IDG820600384 | |
| 82.06.00384 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Martella Rita
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| Morte del curatore fallimentare e pretesa interruzione del processo
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| nota a Trib. Pescara 21 aprile 1980
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| Giur. merito, an. 13 (1981), fasc. 6, pt. 1, pag. 1285-1286
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D31352; D4182
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| L' A. critica la sentenza del tribunale di Pescara in cui si afferma
che la morte del curatore fallimentare e' causa d' interruzione del
processo fallimentare. Per confutare tale tesi riporta due pronunce
della suprema corte in cui viene sancito che: "la sostituzione del
curatore in corso di causa, come in genere il mutamento di un
soggetto che impersona un organo e', in se', un fatto processualmente
irrilevante" (Cass. n. 172/1973); e che "l' autorizzazione al
curatore a stare in giudizio ha carattere oggettivo e non personale"
(Cass. n. 570/1975). Inoltre afferma che il principio sostenuto dalla
suprema corte trova conforto in un indirizzo da tempo consolidato,
secondo il quale, atteso il rapporto organico che intercorre tra la
persona giuridica e il cosiddetto rappresentante legale, quest'
ultimo si presenta all' esterno come un ufficio la cui vacanza
temporanea non puo' incidere sulla soggettivita' dell' ente stesso.
Conclude che potra' aversi interruzione del processo solo a seguito
di vicende che importino l' estinzione della persona giuridica,
mentre chiaramente irrilevanti, ai fini processuali sono gli eventi
modificativi della persona fisica.
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| art. 300 c.p.c.
Cass. 18 gennaio 1973, n. 172
Cass. 14 febbraio 1975, n. 570
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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