| L' A. procede ad una interpretazione dell' enciclica Laborem
Exercens, la cui originalita' consiste, afferma, nell' aver
coordinato la dottrina sociale della Chiesa ad un valore fondamentale
quale e' la dignita' dell' uomo nel lavoro. L' impostazione
antropologica dell' enciclica ha il carattere di una convinzione di
fede fondata nel Vangelo del lavoro, in netta opposizione alle
ideologie ed ai sistemi che dall' illuminismo in poi hanno esaltato
il lavoro in una prospettiva rivoluzionaria o lo hanno considerato
esclusivamente oggetto di sfruttamento economico. Punti fermi di una
azione sociale coerente con l' impostazione umanistica e
personalistica dell' enciclica sono: il superamento dell' antica
differenziazione degli uomini in ceti; il superamento del conflitto
tra capitale e lavoro esasperato dalla lotta di classe; la
relativita' del diritto di proprieta'. I diritti dei lavoratori che
riguardano i rapporti tra il lavoratore e il datore di lavoro, il
problema della occupazione e della disoccupazione, la giusta
remunerazione, il diritto di associazione, lo sciopero, la dignita'
del lavoro agricolo sono collocati nel piu' vasto contesto dei
diritti dell' uomo. L' A. conclusivamente definisce l' enciclica un
vero manifesto del lavoro umano e della giustizia sociale che si
confronta con ideologie, sistemi e prassi dell' economicismo
materialistico che si e' espresso sia nella forma del capitalismo che
del collettivismo.
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