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Documento


142659
IDG820300080
82.03.00080 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Giacomantonio Michele
Le cose nuove della "Laborem Exercens"
Studi soc., an. 21 (1981), fasc. 11-12, pag. 107-118
D9276
L' enciclica Laborem Exercens va letta partendo dai presupposti seguenti: la presa di coscienza che la realta' sociale e' anche un momento della Rivelazione di Dio; la crisi che ha investito i termini di "natura" e di "legge naturale", che hanno rappresentato l' ossatura dell' insegnamento sociale della Chiesa fino alla Mater et Magistra; la crisi epocale del nostro tempo che sta scuotendo parametri, come ad esempio lo sviluppo ed il lavoro , gia' ritenuti sicuri e definiti. elemento piu' significativo di merito dell' enciclica e' dato dall' immagine di uomo, dal progetto di Uomo che il Papa delinea. Questa centralita' dell' uomo intrecciandosi con la realta' umana del lavoro dischiude alla riflessione ed all' impegno dei credenti e degli uomini di buona volonta' ampie prospettive, non solo per la spiritualita' e per l' etica sociale, ma anche per la politica. Il progetto di uomo di Giovanni Paolo II e' quello che emerge dalla sapienza biblica, per cui e' "soggetto del lavoro". Il significato soggettivo del lavoro e', quindi, preminente su quello oggettivo. La concezione dell' uomo e del lavoro cosi' delineata si contrappone antiteticamente a quella del capitalismo, che considera il lavoro come merce e l' uomo come strumento di produzione. E si oppone altresi' al materialismo, che e' l' affermazione della superiorita' di cio' che e' materiale subordinandovi cio' che e' spirituale e personale. La proposta di un' etica della promozione umana chiama in causa la coerenza fra il sentire profondo degli uomini e l' esperienza quotidiana e sociale e per i credenti significa la coerenza fra esperienza di fede, la vita cristiana cioe', e la vita quotidiana, civile, sociale, politica. Dalla enciclica emerge, sostiene conclusivamente l' A., il rifiuto a svolgere un ruolo ideologico, a proporre una "terza via" fra sistemi a proprieta' collettivistica e sistemi dove permane la proprieta' privata dei mezzi di produzione, ma un "discernimento attivo per i credenti", la cui vita cristiana autentica si incarna nella storia, perche' conprendano, dalla riflessione e dall' esperienza del movimento operaio, le indicazioni per umanizzare il lavoro e quindi per aiutare l' uomo a divenire "piu' uomo".
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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