| L' A. procede ad una riflessione sul comportamento sociale dei
cattolici alla luce della enciclica Laborem Exercens. Prende in esame
il tema del lavoro e il primato di questo, rispetto ai mezzi di
produzione, in quanto il suo valore deriva dal fatto che l' uomo e'
persona, fatto a immagine di Dio. Esamina le motivazioni che inducono
l' uomo a lavorare e ritiene che molto spesso non coincidono con l'
ideale tracciato dal Papa. Il lavoro, infatti, e' visto come una
necessita', come un mezzo di sostentamento, anziche' come un dovere
nei confronti di Dio Padre e dei fratelli, e non sempre e' tenuto
presente il bene comune della societa' e di tutta l' umanita'.
Successivamente affronta il tema del rapporo tra uomo e tecnica, tra
lavoro e sviluppo tecnologico. Alla base di questo rapporto deve
sempre sussistere, come ricorda l' enciclica, la supremazia e il
dominio sulla tecnica e non la servitu' dell' uomo. Conclusivamente,
trattando il tema dei rapporti tra capitale e lavoro, l' A., pur
confermando la priorita' del lavoro sul capitale, ritiene che
dovrebbe essere piu' attentamente osservato il Magistero della
Chiesa, ribadito bella Laborem Exercens, del superamento dell'
antinomia tra lavoro e capitale. Le forme potrebbero essere la
partecipazione dei lavoratori alla gestione e/o ai profitti dell'
impresa, l' azionariato del lavoro, lo sviluppo e l' ammodernamento
giuridico delle societa' in accomandita, la cooperazione.
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